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Sull'eco-ansia, gli incendi in Corea e il climate grief...
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Sull'eco-ansia, gli incendi in Corea e il climate grief...

Dalla Corea del Sud al resto del mondo, gli incendi boschivi non devastano solo le foreste: accendono paure profonde, lutti invisibili e una nuova emergenza psicologica.

Tra il 27 e il 29 marzo 2025, una serie di incendi boschivi ha colpito duramente la Corea del Sud. Le fiamme, alimentate da condizioni meteorologiche estreme, hanno distrutto intere aree rurali nel sud-est del Paese, causando danni senza precedenti. Secondo le autorità locali, almeno 19 persone sono morte, mentre oltre 27mila cittadini sono stati costretti a evacuare.
Il presidente ad interim, Han Duck-soo, ha parlato di “caos totale”: linee elettriche e di comunicazione interrotte, strade bloccate, comunità isolate. Il Ministero degli Interni ha riferito che 17.398 ettari sono andati in fumo, l’87% dei quali nella sola contea di Uiseong, tra le più colpite.



Il governo ha innalzato il livello di allerta al massimo e ha persino dovuto trasferire migliaia di detenuti dalle carceri della zona, data la vicinanza delle fiamme.

Questi eventi, sempre più frequenti in molte parti del mondo, non sono più fenomeni eccezionali. Sono diventati la norma. E stanno lasciando un’impronta profonda non solo sul territorio, ma anche sulla psiche collettiva.

Il peso dell’eco-ansia

Il termine eco-ansia è stato coniato per descrivere uno stato emotivo di angoscia cronica legato alla percezione di un futuro ambientale sempre più incerto. Non si tratta di un disturbo mentale in senso clinico, ma di una risposta adattiva a una minaccia reale.
I sintomi vanno dall’irrequietezza al senso di impotenza, fino a vere e proprie crisi di panico. In questi giorni, in Corea del Sud, molte persone — anche lontane dagli incendi — hanno riportato sentimenti di paura costante, insonnia e disturbi d’ansia acuti.

Negli ultimi anni, l’eco-ansia è diventata una condizione comune, in particolare tra i più giovani. Una ricerca pubblicata su The Lancet nel 2021 ha rivelato che il 59% dei giovani in dieci Paesi si dichiara "molto" o "estremamente" preoccupato per il cambiamento climatico.
Gli incendi in Corea del Sud rientrano perfettamente in questo quadro. Non solo distruggono ambienti naturali e abitazioni: erodono il senso di sicurezza esistenziale.


Fonte: Opinions of young people on the threats of climate change, 2021. Share of young people in each surveyed country that responded "yes" to each statement about climate change. 1,000 young people, aged 16 to 25 years old, were surveyed in each country.


Il lutto per un mondo che cambia

Oltre all’ansia, molte persone sperimentano quello che gli psicologi chiamano climate grief – un lutto vero e proprio, spesso non riconosciuto socialmente, per la perdita di paesaggi, ecosistemi, specie.
In Corea, le montagne bruciate erano non solo habitat naturali ma anche luoghi identitari. Per le comunità rurali della contea di Uiseong, vedere scomparire boschi e colline significa perdere una parte della propria memoria collettiva.
Questo tipo di lutto è difficile da elaborare: non ci sono cerimonie, né rituali. Ma il dolore resta, e può sfociare in tristezza profonda, rabbia, disillusione.


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Una crisi di senso

A livello collettivo, fenomeni come gli incendi coreani sollevano una questione ancora più ampia: che tipo di futuro ci attende?
La percezione che il mondo naturale stia collassando mina molte delle certezze su cui si fonda la vita quotidiana. Per chi è cresciuto immaginando un futuro lineare, fatto di progresso e stabilità, l’improvviso arrivo della crisi climatica può essere vissuto come un tradimento generazionale.

Strategie per non soccombere

Non esiste una soluzione unica. Ma la psicologia ambientale suggerisce alcune pratiche che possono aiutare a gestire l’impatto emotivo della crisi:

  • Riconoscere le emozioni: dare un nome alla propria angoscia è il primo passo per affrontarla.

  • Connettersi con gli altri: gruppi di discussione, comunità online, attività collettive possono offrire un senso di appartenenza e scopo.

  • Agire localmente: anche piccoli gesti – come partecipare a iniziative di riforestazione o modificare le proprie abitudini di consumo – possono ridurre il senso di impotenza.

  • Limitare l’esposizione mediatica: restare informati è importante, ma un consumo ossessivo di notizie drammatiche può alimentare l’ansia.

  • Cercare supporto professionale: la psicoterapia, in particolare quella basata sulla consapevolezza (mindfulness) o la ristrutturazione cognitiva, può essere utile per sviluppare strategie di coping efficaci.


    Fonte: We are striking from school to tell our politicians to take our futures seriously and treat climate change for what it is - a crisis.” School Strike 4 Climate


Oltre la crisi, la possibilità di un cambiamento

Gli incendi in Corea del Sud rappresentano una tragedia umana e ambientale. Ma possono anche essere letti come un segnale: la necessità di ripensare il nostro rapporto con la natura e con noi stessi.
Non si tratta solo di “salvare il pianeta”, ma di trovare nuove forme di equilibrio psicologico in un mondo che cambia.
Comprendere l’impatto emotivo del cambiamento climatico è un passo fondamentale per costruire una società più resiliente. Perché, se è vero che la foresta può ricrescere, anche le nostre comunità possono imparare a guarire.


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